Accetta di “morire a te stessa” per favorire il tuo periodico cambiamento personale

Per non bloccare la tua crescita come persona è necessario assecondare il cambiamento personale e lasciar andare, volta per volta, tutto quello che ostacola il tuo rinnovamento.

Favorire il cambiamento personale

L’importanza del rinnovamento personale

A meno che non sia bloccata in qualche modo, una pianta evolve naturalmente, passo dopo passo, rinnovandosi in continuazione attraverso molte piccole morti: il seme muore per produrre il germoglio, il fiore muore per produrre il frutto che, a sua volta, muore per produrre il nuovo seme. Che si tratti di una perdita naturale o di una necessaria potatura, ogni pianta sa che, per crescere forte e rigogliosa, periodicamente deve rinunciare ad alcune parti di se stessa.

Non è diverso per te, essere vivente la cui vita viene costantemente accompagnata da fasi di trasformazione. Proprio per questo, non devi opporti al rinnovamento di te stessa ma lasciar andare, volta per volta, tutto quello che ti limita e che è giunto a compimento al fine di favorire il tuo nuovo cambiamento personale. È di vitale importanza, quindi, imparare a morire a te stessa con costanza e con totale fiducia.

È chiaro che l’espressione “morire a te stessa” non fa riferimento alla tua morte fisica, ma alla morte simbolica di tutto ciò che è diventato ormai per te inutile, superfluo o dannoso. Rappresenta quindi quella periodica revisione di tutto quello che ti appartiene, sul piano sia materiale che interiore, necessaria per liberarti di tutte le zavorre che rallentano la tua maturazione psicologica.

Il cambiamento, anche se atteso a lungo con ansia, è destabilizzante ed esige il sacrificio di qualcosa. Cambiare significa perdere il vecchio modo di vivere. Significa andare incontro a trasformazioni che creano una momentanea instabilità e richiedono un periodo di riassestamento. Si tratta quindi, per un po’, di navigare in “acque agitate”. (dal libro “I Quattro Elementi del Cambiamento”, Ed. Il Punto d’Incontro)

Il ciclo emotivo del cambiamento

Soprattutto, è di vitale importanza che tu, per favorire il tuo cambiamento personale, accetti senza resistenze di vivere le “montagne russe emotive” che fanno parte del processo e che, ti piaccia oppure no, ti influenzano profondamente.

Don Kelley e Daryl Conner infatti, due ricercatori americani molto conosciuti per i loro studi sul cambiamento personale volontario, negli anni 70 hanno scoperto che quando una persona sceglie di affrontare un cambiamento attraversa un ciclo di cinque fasi che hanno chiamato Ciclo Emotivo del Cambiamento (Emotional Cycle of Change) così caratterizzato:

  1. Ottimismo Ingiustificato. Questa è la fase del grande entusiasmo iniziale, quella in cui tutto ti sembra possibile e alla tua portata. In questo momento, quindi, ti senti propositiva, piena di energia e parti a razzo verso il tuo obiettivo.
  2. Pessimismo Giustificato. La tendenza a strafare della prima fase si scontra presto con la realtà dei fatti e tu, già stremata e demotivata, vedi il tuo obiettivo come un miraggio. Gli ostacoli incontrati lungo il cammino e l’assenza di risultati concreti ti fanno dubitare di te stessa e accrescono a dismisura il tuo senso di frustrazione. Questa è la fase più dura da affrontare, quella che culmina con l’attraversamento della Valle della Disperazione, il “luogo” in cui la maggioranza delle persone abbandona i propri propositi.
  3. Realismo Incoraggiante. Se riesci a superare la fase del Pessimismo Giustificato uscendo dalla Valle della Disperazione, cosa che puoi fare se ti focalizzi con atteggiamento realista sui piccoli passi da fare, cominci ad approcciarti al cambiamento in modo più oggettivo. Diventi più consapevole degli ostacoli da fronteggiare ed inizi ad elaborare delle strategie per superarli. È qui che dai forma al vero cambiamento personale.
  4. Ottimismo Giustificato. Messo in pratica il tuo piano d’azione, adesso cominci a vedere dei risultati che ti stimolano a non mollare e a restare focalizzata sul tuo obiettivo e sulle diverse tappe per concretizzarlo. Qui le cose iniziano a girare per il verso giusto perché i progressi saranno più visibili, avrai più fiducia in te stessa e avrai capito come superare le difficoltà.
  5. Conclusione del Ciclo. A questo punto il cambiamento è diventato parte integrante di te, un’abitudine positiva che metti in pratica con naturalezza e senza sforzo. Adesso ti meriti di darti una bella pacca sulla spalla e di celebrare il conseguimento ottenuto! Un errore che si commette spesso, infatti, è di dare per scontato il risultato concretizzato e di non concludere con chiarezza il processo del cambiamento (un processo, infatti, deve avere un inizio ed una fine).
Ciclo emotivo del cambiamento

Conoscere questo ciclo è molto importante perché, oltre a riconoscere in anticipo gli ostacoli che dovrai fronteggiare, ti aiuta soprattutto a capire gli stati emotivi con i quali dovrai confrontarti per portare a termine il tuo cambiamento personale.

La difficoltà a cambiare

Inutile nascondere, però, che spesso e volentieri fatichiamo non poco a liberarci di abitudini, rapporti, modi di pensare e di agire che, per quanto poco funzionali al nostro benessere, ci fanno sentire al sicuro perché ci permettono di muoverci in un campo conosciuto e controllato.

Ma cosa succederebbe se, ad esempio, una pianta si opponesse alla necessaria potatura rifiutando di lasciar andare le parti di sé ormai secche? E se un albero, arrivato l’Autunno, si opponesse al distacco delle foglie dai propri rami? Mi sembra che la risposta a queste domande sia abbastanza scontata: quella pianta e quell’albero non avrebbero né giorni felice né, soprattutto, vita lunga!

Anche se non lo hai mai fatto di persona, sicuramente hai chiara l’immagine di un albero appena potato e, se è la stessa che ho in mente io, presumo che non sia una visione particolarmente idilliaca. Sembra quasi di vedere un pulcino tutto spennacchiato! Ma, pian piano, piccoli segni di ripresa mostrano che l’albero sta rispondendo positivamente alla sua perdita diventando più vitale, sano e vigoroso. Nell’eliminare le parti ormai inutili di sé, quindi, risponde rivelando una nuova e prosperosa bellezza.

Allo stesso modo, anche tu, per poter manifestare la tua bellezza e vedere quella che ti circonda con maggiore chiarezza, devi affrontare questo periodico lavoro di potatura superando la dannosa tendenza all’attaccamento. Trascurare questo fondamentale compito significa correre il rischio di sperimentare una vita viziata dai tuoi “detriti” oltre al fatto, poi, di poter rimanere senza quella fondamentale linfa vitale che ti tiene in vita anche nei tuoi “momenti invernali”.

Osservando i cicli della vita vediamo che fertilità, morte e rinascita sono presenti in ogni cosa. Tutti gli esseri umani attraversano, nel corso della vita, molti inizi e molte fini. Le morti di questi cicli vitali non sono altro che mutamenti del modo di operare nella sfera del mondo tangibile. I mutamenti, o morti, possono avere il nome di divorzio, nuovo lavoro, nuovo indirizzo o compleanno. [...] Per alcuni, questo processo si presenta sotto forma di tristezza o di stress. La maggior parte delle persone non è consapevole di attraversare un ciclo personale di morte. [...] Le opportunità di crescita e di evoluzione sono notevoli se siamo disponibili a liberarci dei giudizi acquisiti sul nostro passato. Questi rimpianti non trovano posto nel ciclo di rinascita e devono essere lasciati a riposo, assieme al rifiuto di se stessi e alle critiche personali. È necessario applicarsi per diventare veramente consapevoli delle nuove opportunità situate lungo il cammino. (dal libro “La Ruota delle Lune”, Ed. Il Punto d’Incontro)

Ovviamente la potatura è un’arte. È necessario sapere cosa tagliare, quanto tagliare, dove tagliare e in quale momento dell’anno farlo. Esistono, infatti, diversi tipi di potatura (verde, secca, di produzione, di trapianto, di risanamento) la cui funzione è quella di regolare, mediante accurati ed opportuni tagli, il modo di vegetare, fiorire o fruttificare delle piante. Non ci si può pertanto improvvisare potatori se si ha un minimo di rispetto per l’essere vivente con cui si sta interagendo e che, per un lavoro mal fatto, sarebbe condannato ad una silenziosa sofferenza. Tu ti faresti mai tagliare i capelli da una parrucchiera che non sa maneggiare le forbici? Almeno che tu non sia una vera temeraria, credo proprio di no. Bene, il principio è lo stesso (anche se per le piante è molto peggio!!).

È chiaro che anche nella tua vita il potare deve trasformarsi in un’arte, una pratica da imparare a padroneggiare nel modo più preciso e scrupoloso possibile. Prima di liberarti di qualcosa, quindi, indipendentemente dal fatto che si tratti di un elemento materiale, come ad esempio oggetti che non usi più, o interiore, come potrebbe essere un’insana abitudine, devi valutare con cura se sia per te la cosa più giusta da fare e, se sì, decidere come e quando farla nel pieno rispetto, sempre, dei tuoi tempi interiori.

Da non dimenticare però, quando attui questa pratica nella tua vita, che uno dei principi basilari della potatura delle piante consiste nell’effettuare dei tagli netti in modo da favorire la cicatrizzazione delle ferite, lo sviluppo dei nuovi tessuti ed evitare la penetrazione di funghi e batteri. Perciò, mentre agisci, non tentennare e sii decisa nei tagli da fare imparando a riconoscere, nel contempo, i tuoi “elementi verdi”, ossia quegli aspetti della tua vita ormai pronti per germogliare e crescere in un prossimo futuro.

Psicogiardinaggio Pratico
innaffia questo seme di consapevolezza

Rifletti su come sei solita affrontare i momenti di cambiamento personale, sulla tua eventuale tendenza all’attaccamento e sul perché fatichi a lasciar andare le cose. Inizia con il porti queste domande:

  • Come affronto, di solito, il rinnovamento personale?
  • Quale tipo di pensieri ed emozioni emergono più di frequente?
  • Cosa del rinnovamento mi stressa maggiormente?
  • Cosa, nella mia vita, ha bisogno di essere rinnovato?
  • Cosa, dentro di me, deve essere lasciato andare o trasformato?
  • A cosa tento strenuamente di rimanere attaccata?
  • Cosa sta ostacolando la mia crescita come persona?
  • Che tipo di sostegno ho bisogno di ricevere dai miei familiari ed amici durante il processo di rinnovamento?
  • Come intendo agire per chiedere questo sostegno?
  • In cambio, cosa sono disposta a fare per loro?
  • Qual è il primo passo che intendo fare per favorire il mio rinnovamento personale?

Ricordati di fare spesso mente locale su cosa deve essere “potato” nella tua vita e favoriscine il rilascio così da evitare di dover fronteggiare una crescita smisurata e incontrollata di elementi non funzionali al tuo benessere.

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