Se vuoi sfruttare a tuo vantaggio ogni situazione impara ad essere flessibile

Quando soffia il vento del cambiamento - dice un proverbio cinese - alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. La flessibilità, quindi, non significa resa, ma capacità di rovesciare a tuo favore anche le situazioni in apparenza sfavorevoli.

Essere flessibile

La flessibilità è sopravvivenza

Non so se ti sei mai fermata ad osservare un albero in una giornata ventosa. Sembra di assistere ad una danza in cui l’albero, come un ballerino perfettamente in sincrono con il proprio compagno, si muove coordinandosi armoniosamente ai cambiamenti di direzione assunti dal vento. Pur rimanendo ben ancorato al suo tronco, infatti, l’albero, per impedire che i suoi rami si spezzino, asseconda le raffiche di vento piegandosi e flettendosi come se fosse fatto di gomma.

Invece di cercare di resistere e di combattere il vento, quindi, l’albero segue la direzione della sua spinta con grande elasticità. Ma questa che, a prima vista, potrebbe sembrare una vigliacca sottomissione dimostra, in realtà, la saggia consapevolezza delle piante che solo un solerte adattamento rappresenta la chiave per la sopravvivenza. Come infatti affermò anche il naturalista britannico Charles Darwin nella sua teoria dell’evoluzione, in Natura la sopravvivenza non è prerogativa degli esseri più forti o intelligenti ma, invece, di quelli che meglio sanno adattarsi all’ambiente esterno e ai cambiamenti che in esso avvengono.

Tu dovresti imparare a fare la stessa cosa quando, dispettose folate di vento (crisi, difficoltà, critiche…), iniziano a soffiare nella tua vita. Invece di opporre resistenza, quindi, puoi muoverti in modo fluido con la Vita accettando ed accogliendo quello che arriva mantenendo, sia nei tuoi atteggiamenti che nei tuoi punti di vista, un certo grado di flessibilità. Solo così nessuna tempesta potrà spezzarti e portarti via. Finché, invece, ti irrigidisci nelle tue posizioni e ti chiudi ad ogni possibile alternativa, releghi te stessa in un angolo da cui difficilmente riuscirai ad uscire.

Gli esseri umani sono morbidi e flessibili quando nascono, duri e rigidi quando muoiono. Gli alberi e le piante sono teneri e flessibili quando sono in vita, secchi e rigidi quando sono morti. Perciò il duro e il rigido sono compagni della morte, il morbido e il flessibile sono compagni della vita. Un combattente che non sa arretrare non può vincere; un albero incapace di piegarsi si spezza. La rigidità e la forza sono inferiori, la flessibilità e la morbidezza superiori.

Assecondare il cambiamento

Nel particolare momento storico che stiamo vivendo, poi, così ricco di improvvise e radicali trasformazioni – a livello sociale, politico, economico, culturale, lavorativo – diventa ancora più importante essere malleabile e aperta al cambiamento quel tanto che basta per permetterti di continuare a prosperare e a crescere. In questo senso, quindi, saperti reinventare e metterti continuamente in gioco con dinamicità diventa una capacità vitale e questo, chiariamolo, indipendentemente dalla tua età anagrafica o dal tipo di esperienze finora vissute.

I cambiamenti epocali che stanno avvenendo erano talmente impensabili fino a non pochi anni fa che, ed è perfettamente naturale, ci hanno frastornato e stupito a tal punto da farci sentire “perse” e fortemente frustrate. Sono saltati molti dei nostri punti fermi e, nonostante ci sia un vago sentore del fatto che adesso è tempo di trovare nuove coordinate con cui orientarsi nel mondo, molte di noi rimangono strenuamente ancorate a modi di pensare e di porsi che ormai non possono più portare da nessuna parte.

E così, incredule di fronte ad una quotidianità che appare per certi versi inverosimile, molte di noi cadono nella trappola mentale del “pessimismo assoluto” che mostra tutto sotto la luce del disfattismo e della commiserazione. Anche alla sottoscritta, lo dico per franchezza, capita di scivolare in questo tranello. È umano e, ogni tanto, succede ad ognuna di noi. Pericoloso, però, è quando diventa una costante, un’abitudine mentale perennemente presente. 

Quando la strada davanti a te è incerta e poco definita, va messo in conto che faccia capolino un’inevitabile senso di insicurezza che, con l’ulteriore peso da novanta dei tuoi timori, tenderà a bloccarti e a paralizzarti lasciandoti esitante sul da farsi. Ma l’unica vera soluzione, per quanto per alcune possa forse sembrare paradossale, è fermarti e guardare nella profondità di te stessa per capire cosa sia veramente meglio per te e la tua vita. Non esistono, chiaramente, risposte giuste o sbagliate, ma soltanto le tue personali risposte, quelle cioè che si adattano a pennello alle tue peculiari esigenze.

Questi nostri tempi difficili ci costringono a guardarci dentro, a farci domande che prima mai avremmo osato fare. Sono domande scomode, che possono dare una vertigine da vuoto. Eppure è nel rispondere a quelle domande che possiamo davvero riconoscere e riscoprire noi stessi, comprendere chi siamo e decidere chi vogliamo diventare. È nel rispondere a quelle domande che ci troviamo a prendere per mano le nostre emozioni ed a guardare in faccia quei pensieri e quelle convinzioni che ci limitano e ci bloccano. Se scegliamo di andarci a prendere quelle risposte non scontate anziché trovarle di seconda mano, se ci avventuriamo in questo viaggio potremo scoprire risorse che mai avremmo creduto di possedere, potremo osare rischiare per i nostri sogni, potremo affrontare la realtà con determinazione e coraggio. (dall’articolo “Attraverso la giungla per riscoprire se stessi”, www.coachlavoro.com)

In quanto essere vivente parte dell’evoluzione creativa che è la Vita, dovresti accettare che trasformarti deve essere una costante nella tua esistenza. Ma questo non vuol dire per forza di cose dover ripartire sempre da zero. Creare, infatti, non significa solo dare forma a qualcosa di completamente nuovo ma, spesso e volentieri, implica piuttosto un rimaneggiare quello che già c’è o possiedi dandogli un nuovo utilizzo, una nuova collocazione o una nuova impostazione. È questo il principio alla base dell’invito a reinventare te stessa.

Ma finché ti ostini a rimanere inflessibile, ostacoli e sfide verranno affrontati con i paraocchi, proprio come se puntassi un binocolo sempre verso la stessa direzione. Allargare la visuale e la prospettiva da cui osservi le cose, quindi, diventa l’unica possibilità per poter scorgere quegli utili elementi di novità in grado di fornirti nuovi stimoli ed impulsi.

Ovviamente, data l’imprevedibilità della realtà in cui sei immersa, non puoi pretendere di avere sempre l’assoluto controllo su tutto quello che ti succede. A volte, più semplicemente, si tratta solamente di affidarti con fiducia alla Vita e a quello che ti mette di fronte. Non si tratta di resa passiva, però, ma di consapevole e partecipe adattabilità a favore di una tua continua e costruttiva trasformazione.

Flessibilità non è mancanza di rispetto

Altro punto che è meglio forse non lasciare sottinteso, è che la flessibilità non si traduce in alcun modo in violazione dei tuoi diritti, sfruttamento, mancanza di rispetto o prevaricazione. Con questo intendo dire che “flessibile” non significa piegata e sottomessa alla volontà di qualcun altro. Non significa neppure mancanza di fermezza e tendenza a cambiare posizione come una trottola. Ricordati il modo d’agire dell’albero: si piega ma rimane saldamente ancorato al suo terreno.

Flessibilità, allora, significa invece disponibilità ad accogliere nuove prospettive, a confrontarti con la diversità di sentire e di pensare, ad ascoltare con cuore aperto, a valutare senza pregiudizi tutta la gamma delle possibili alternative, ad essere orientata ad una formazione continua e, ultimo ma non meno importante, ad essere aperta alle novità guardandole come ottime opportunità di apprendimento e di crescita. 

Ormai dobbiamo renderci conto che più velocemente cambiano le cose, più prontamente dobbiamo saper reagire se vogliamo sopravvivere e rimanere in pista. Agitarsi e restare aggrappate ad un vecchio modo di fare non serve a nulla, non risolve la situazione e, anzi, prolunga il nostro eventuale stato di malessere. Meglio allora prendere atto della situazione, accettarla per quella che è, senza pretendere che sia come noi la vorremmo, e armate di creatività ed energia compiere le mosse necessarie per modificare quello che non funziona e sfruttare a nostro vantaggio il nuovo assetto che l’ambiente in cui ci troviamo ha assunto.

La flessibilità si può allenare

Come tutte le capacità, naturalmente, anche la flessibilità può essere allenata e potenziata. Senza poi dover applicare chissà quale tecnica, è sufficiente focalizzarti sul tuo corpo per testare il tuo livello di flessibilità. Se accetti infatti l’idea che il corpo è un’estensione della mente, ovvero la sua rappresentazione sul piano materiale, diventa facile intuire che ad un corpo elastico e flessibile corrisponde in genere una mente altrettanto elastica e flessibile. Quindi, per cominciare, puoi chiederti: Come sta il mio corpo in quanto a rigidità e contratture? Quanto riesce ad essere elastico e flessuoso?

Oltre a questa piccola indagine, puoi poi impegnarti a coltivare e a sviluppare alcune caratteristiche personali che si sono rivelate molto importanti per ampliare il proprio livello di flessibilità, ovvero: la creatività, la curiosità, l’originalità, l’intraprendenza, l’autonomia, l’apertura mentale, la disponibilità all’apprendimento e la capacità di gestire momenti di stress e di forte emotività.

Naturalmente, inutile forse metterlo in evidenza, è chiaro che finché sarai in vita la necessità di adattarti alla realtà sarà sempre una tua fondamentale prerogativa. L’adattamento, infatti, è un processo continuo attraverso il quale stabilire, di volta in volta, il giusto equilibrio con ciò che ti circonda e che fa parte della tua vita. Si tratta dunque di un costante rinnovamento tra il bagaglio di conoscenze che hai, quello che sei in grado di fare e la tua capacità di rispondere con prontezza ai cambiamenti nella complessità del sistema in cui vivi e nel tipo di problematiche che devi risolvere.

Le priorità non sono scritte sul granito. Debbono essere flessibili e cambiare insieme a noi. Ci vuole pace mentale e chiarezza per riconoscere e riordinare le priorità personali significative. Forse è per questo che così tanti di noi procrastinano.

Psicogiardinaggio Pratico
innaffia questo seme di consapevolezza

Concediti un po’ di tempo per riflettere sulla tua capacità di essere flessibile ed adattabile di fronte ai cambiamenti e alle novità. Rifletti sui tuoi modi di pensare e di agire tipici e su quanto ti permettano di essere aperta alle opportunità e alle sfide che la Vita mette sul tuo cammino.

Quando poi ti senti pronta, prova a rispondere a queste domande:

  • Qual è il mio modo di reagire tipico di fronte agli eventi?
  • Che impatto hanno su di me a livello di ansia e stress?
  • Quanti diversi modi di pensare e di agire so mettere in campo?
  • Riesco a confrontarmi serenamente con punti di vista diversi dai miei?
  • Posso definirmi una persona aperta, curiosa, sempre alla ricerca di nuovi stimoli?
  • Ultimamente, con quale evento stressante mi sono dovuta confrontare?
  • Come è cambiata la mia vita?
  • Come è cambiato il mio umore e il mio comportamento?
  • Quali modi di fare o di pensare mi stanno bloccando?
  • Cosa posso fare per superarli?
  • In quanti modi diversi posso osservare questo evento?
  • Cosa mi suggeriscono queste diverse prospettive di osservazione?
  • Cosa posso fare di diverso rispetto ciò che ho fatto finora?
  • Quali cambiamenti devo avere il coraggio di fare?
Qual è il tuo punto di vista?
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