Rendi il ritiro introspettivo una salutare abitudine come ti insegna l’allodola

Con la caratteristica forma a cupola del nido che costruisce, l’Allodola ti insegna l’importanza di sviluppare l’abitudine di ritirarti costantemente dentro te stessa per ritrovare il contatto con la tua dimensione più profonda e vivificatrice.

Ritiro introspettivo

Equilibrare Maschile e Femminile

Di piccole dimensioni e famosa per il suo canto, l’Allodola femmina costruisce il nido in una depressione naturale del terreno che modella sfregandovi il proprio corpo e tappezzandola, poi, con radicette e fili d’erba.

Esternamente il nido viene nascosto da un ciuffo d’erba o da una zolla di terra e, se l’Allodola non trova una depressione adatta, ne costruisce uno a forma di cupola. Una volta terminato, depone 3-4 uova che cova per circa dodici giorni.

Questo uccello si trova perfettamente a suo agio a terra e, la colorazione marrone del suo piumaggio con striature sia scure che chiare, lo aiuta a proteggersi dalla vista di eventuali predatori.

Se necessario, sa immobilizzarsi o accovacciarsi contro il suolo, tecniche di difesa che attua quando il pericolo viene dall’alto. Di fronte ad un predatore terrestre, invece, organizza un attacco collettivo noto con il termine inglese di “mobbing” (dal verbo to mob che significa assalire). Non esita, comunque, a trasferirsi in luoghi più tranquilli lanciandosi in volo al minimo segnale d’allarme.

L’Allodola, con la forma caratteristica del nido che costruisce, ti insegna l’importanza del ritiro in te stessa, della capacità di trovarti a tuo agio con la tua dimensione interiore la cui esplorazione va intrapresa con la stessa curiosità e lo stesso piacere con cui si viaggia in altri paesi.

Viviamo in una società che mal si concilia con il “non fare” perché, quotidianamente, veniamo spinte ad essere produttive e a riempire ogni momento a nostra disposizione con qualche attività. Veniamo incitate, insomma, a focalizzarci costantemente sul nostro lato Maschile, quello che ci spinge all’azione verso il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Questo, inevitabilmente, ci porta ad ignorare il nostro lato Femminile, quello dell’accoglienza, della ricettività, dell’amore incondizionato, che ci invita a stare in una passività attiva e a dare il tempo alle cose di maturare secondo il loro ritmo. Ignorando il Femminile, quindi, ignoriamo le nostre pulsioni interiori più profonde, quelle in grado di nutrirci, di rasserenarci, di farci arrivare delle importanti intuizioni su noi stesse e la nostra esistenza. 

Che cosa succede nel momento in cui “non facciamo niente”? Le forze Yang in noi stessi cominciano a depositarsi, a placarsi; e per la Legge dell’Equilibrio, si destano e si vivificano le forze Yin, le forze che sono deputate al nutrimento dei nostri veicoli, all’intuizione, alla serenità, alle improvvise realizzazioni su noi stessi e sulla nostra vita. Cominciamo ad esplorare quel mondo vasto e misterioso che siamo noi stessi. Cominciamo a conoscere che cosa ci ha portato a vivere la vita così come la stiamo vivendo adesso. Non perché qualcuno ce lo ha finalmente confidato: ma perché siamo noi che abbiamo finalmente dato il tempo a noi stessi di esprimerci. (dall’articolo “La disciplina del ritirarsi in se stessi”, www.marenectaris.net)

L’importanza di fermarti

Attraverso il ritiro in te stessa, che non va confuso con il senso di solitudine che ti fa sentire tagliata fuori da tutto, ti dai la possibilità di conoscere meglio quel mondo vasto e misterioso che sei e di esplorare le tue profondità senza che i soliti automatismi psicofisici abbiano il sopravvento.

Per praticare questa benefica discesa introspettiva non devi fare nulla di particolarmente eclatante. Azioni semplici come sederti tranquilla ad assaporare un infuso caldo, stare un po’ distesa sul letto avvolta dall’aroma di un incenso, fare una passeggiata in mezzo al verde, ammirare un tramonto dalla finestra, vanno benissimo. Quello che ti viene richiesto, quindi, è di scegliere di ritagliarti ogni giorno un po’ di tempo per staccare la spina da ogni compito e gioire della compagnia di te stessa.

La difficoltà, naturalmente, sta nel fatto che siamo poco abituate a fermarci davvero e, inoltre, quando lo facciamo, la nostra mente iperattiva continua a rimbalzare da una cosa all’altra come una pallina in un flipper. Il silenzio, poi, quello autentico, può permetterci di udire dal nostro interno messaggi che ci mettono a disagio e che, proprio per questo, preferiamo spesso soffocare distraendoci con cose da fare.

L’Allodola, tuttavia, ti mostra che rientrare in te stessa deve essere una gioia ed un’opportunità di scoprire occasioni di crescita ed arricchimento personale. Ti invita a renderti conto di quanto sia preziosa per il tuo benessere la pratica del ritiro introspettivo, di come sia fondamentale per te accoccolarti con costanza per un po’ nel tuo nido interiore.

Jung osservava che gli Aborigeni australiani trascorrono due terzi della loro vita di veglia in qualche forma di lavoro interiore... Noi gente moderna fatichiamo a trovare due ore libere in un’intera settimana da dedicare al mondo interiore. (dal libro “Inner work”, Ed. Harper San Francisco)

NOTA BIBLIOGRAFICA: le informazioni sull’Allodola sono prese dal libro Segni e presagi del mondo animale di Ted Andrews (Ed. Mediterranee).

Psicogiardinaggio Pratico
innaffia questo seme di consapevolezza

Come prima cosa ti invito a riflettere sul tema del ritiro introspettivo e a come sei solita rapportarti a questa pratica. Se ti aiuta, puoi partire da queste domande:

  • Come mi rapporto al “non fare niente”?
  • Quanto sono in equilibrio il mio Maschile e Femminile interiori?
  • Quanto riesco a stare in compagnia di me stessa?
  • Cosa mi mette a disagio dello stare solo con me stessa?
  • Riesco a fermarmi senza farmi travolgere dalla frenesia delle attività quotidiane?

Adesso pensa all’Allodola e a quello che hai letto di lei. Chiediti:

  • Cosa mi ispira la descrizione etologica dell’Allodola?
  • Quali parole/concetti chiave mi fa venire in mente?
  • Come posso adattare queste parole/concetti al mio comportamento per migliorare la mia capacità di ritirarmi in me stessa?
  • Qual è il primo passo concreto che posso compiere per adottare o potenziare in me la strategia psicologica suggerita dall’Allodola?
Qual è il tuo punto di vista?
arricchisci questo articolo con il tuo commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *