I quattro pilastri della sostenibilità personale
Conoscere a fondo il tuo modo d’essere, rallentare il ritmo di vita, connetterti con il mondo naturale, prenderti cura del pianeta: ecco i quattro pilastri sui quali si fonda la tua sostenibilità personale
Sostenibilità ambientale e personale
Introdotto durante la prima conferenza sull’ambiente tenuta dall’ONU nel 1972, il concetto di sostenibilità ha subito nel tempo un’evoluzione considerando, oltre alla dimensione ambientale, anche quella economica e sociale. Viene inteso come sostenibile, quindi, quello sviluppo in grado di assicurare a chi vive adesso nel pianeta il soddisfacimento dei propri bisogni senza, tuttavia, compromettere la possibilità delle generazioni future di fare altrettanto.
Il concetto portante alla base dell’idea di sostenibilità è che le risorse della Terra non possono essere sfruttate come se non ci fosse un domani né, tantomeno, danneggiate con noncuranza. Non si tratta di un modello che vuole opporsi alla crescita ma, piuttosto, perseguire uno sviluppo capace di rispettare e usare con saggezza le risorse a disposizione dalle quali dipende, anche se spesso ce ne dimentichiamo, la nostra sopravvivenza.
Prima di parlare di sostenibilità ambientale, però, è necessario parlare di sostenibilità personale, un concetto oggi poco diffuso o, erroneamente, usato come sinonimo di sostenibilità ambientale. Nella Terra esistono molti ecosistemi, ossia unità ecologiche costituite da componenti non viventi ed organismi viventi, vegetali ed animali, in grado di interagire tra di loro e di adattarsi all’ambiente in cui si trovano. Ma nella Terra ci sei anche tu, un ecosistema unico ed inimitabile che, proprio come gli ecosistemi naturali, ha bisogno del suo equilibrio per funzionare bene.
Quando tu stai bene e conduci un’esistenza che riflette il tuo vero modo di essere e i tuoi più profondi bisogni, non inquini l’ambiente che ti circonda con la tua “immondizia interiore” e maggiore sarà la tua stabilità, maggiori saranno, proprio come avviene negli ecosistemi ecologici, le tue capacità di gestire tutti quei fattori, interni ed esterni, che tendono ad alterare lo stato del tuo equilibrio psicofisico.
In linea generale, non stai vivendo in modo sostenibile sul piano personale se:
- Non persegui il tuo benessere fisico, psicologico e spirituale
- Non soddisfi i tuoi più vitali bisogni nei diversi aspetti della tua vita
- Non fai scelte consapevoli guidate dai tuoi valori
- Non pratichi una costante e paziente “coltivazione” del tuo mondo interiore
- Opponi resistenza al cambiamento sprecando inutilmente energia
- Ti chiudi verso lo scambio con le altre forme di vita, umane e non umane
- Dedichi gran parte del tuo tempo ad attività che ti stressano, ti demotivano, ti annoiano
- Non ti assumi la responsabilità delle tue decisioni e delle tue azioni
- Non metti le tue potenzialità a servizio del bene comune
Il percorso verso una piena sostenibilità personale inizia dal comprendere cosa per te è davvero sostenibile nella tua vita e, poi, dall’attuare comportamenti ed azioni che concretizzino nella quotidianità la tua visione di sostenibilità. Si tratta di un percorso di riequilibrio, naturalmente, che evolverà insieme a te e che, se intrapreso con impegno, ti permetterà di perseguire mete davvero in linea con il tuo naturale modo di essere.
Il fraintendimento sulla sostenibilità personale
Forse anche tu potresti cadere nell’errore di pensare che quando un tuo bisogno viene soddisfatto, allora in quel certo ambito della tua vita tutto va bene. Ma in realtà non è proprio così e per farti capire meglio cosa intendo ti faccio un esempio pratico.
Ammettiamo che sulla base del tuo stile di vita e delle spese che devi affrontare nell’arco di un anno, tu stabilisca che hai bisogno di uno stipendio mensile di 2000 euro. Ammettiamo poi che tu riesca a trovare un lavoro che ti permette questa entrata economica e, quindi, che il tuo bisogno venga soddisfatto.
Ad un certo punto, però, ti redi conto che qualcosa non va. Infatti, ti alzi la mattina di malumore, hai spesso mal di stomaco e, rientrata dal lavoro la sera, ogni pretesto è buono per litigare con il tuo compagno. Allora ti fermi un attimo per capire cosa sta succedendo e realizzi che il “colpevole” è il lavoro che stai svolgendo perché riconosci che spesso ti vengono affidati compiti che non rientrano nelle tue responsabilità, ti vengono chiesti straordinari che poi non vengono pagati, con i tuoi colleghi non c’è molta armonia, il tuo datore di lavoro non valorizza davvero le tue potenzialità.
Cosa sta succedendo? Succede che il tuo lavoro sta sì soddisfacendo il tuo bisogno di uno stipendio di 2000 euro al mese, ma lo sta facendo in un modo che mina il tuo benessere psicofisico. Questo significa, allora, che questo lavoro non è per te davvero sostenibile e va pertanto modificato in alcuni suoi elementi (ad esempio chiedendo al datore di lavoro di pagarti gli straordinari) o abbandonato del tutto (certo, questo non è sempre possibile o, magari, non nell’immediato, ma allora puoi compensare la mancanza di sostenibilità in questo settore amplificando quella relativa ad altri aspetti della tua vita).
Cosa significa sostenibilità personale
Ma cos’è davvero la sostenibilità personale? È la capacità di soddisfare gli autentici bisogni dei diversi aspetti della tua vita – salute, lavoro, finanze, famiglia, spiritualità ecc. – in un modo che sia compatibile con la salvaguardia, nel presente e nel futuro, delle tue risorse psicofisiche e, nel contempo, di quelle del pianeta.
Lo so, dopo aver letto la definizione che ti ho dato, ti starai chiedendo: ma perché la mia sostenibilità personale coinvolge anche quella del pianeta? Non riguarda solo me? No, perché sostenibilità personale e sostenibilità ambientale sono i due lati della stessa medaglia. Tu sei un micro-ecosistema all’interno di un macro-ecosistema, la Terra. Perciò, pensi davvero che la tua sostenibilità e quella del pianeta non si influenzino a vicenda? Lo fanno eccome, e pertanto non puoi pensare di vivere in modo sostenibile sul piano personale all’interno di un macro-ecosistema malato.
Ma senza manie di perfezionismo e stravolgimenti inutili, puoi coltivare ogni giorno il tuo ecosistema interiore occupandoti, nel contempo, della piccola Zolla di Terra che ti è stata affidata. Per quanto mossa da buone intenzioni, infatti, tu, come ogni altro essere umano, non puoi risolvere di punto in bianco tutti i problemi del mondo, ma puoi e devi adoperarti per migliorare quella porzione di mondo che è alla tua portata.
Se mai esiste un antico segreto per prendersi cura di questa Terra che ci è stata data è sanarne le profonde lacerazioni, alla luce dell’anima quel segreto potrebbe essere una semplice, breve preghiera rivolta dal Creatore all’umanità: “vi prego, cominciate da qualunque parte”. [...] Certo, alcuni di noi sono chiamati a lanciarsi nella vasta arena del mondo e a compiere grandi, eclatanti e lodevoli imprese per la tutela del pianeta. Ma la maggior parte di noi è semplicemente chiamata a restare dov’è e a farsi custode della propria piccola zolla di terra. Letteralmente a milioni di noi è stata affidata la cura di piccole parcelle del pianeta, sicché, sommati, noi singoli custodi delle nostre piccole parcelle individuali costituiamo la maggioranza dei protettori dell’intera vita sulla Terra. (dall’antologia “Storie di donne selvagge”, Ed. Frassinelli)
CLARISSA PINKOLA ESTÉS – analista junghiana statunitense
L’inizio, però, sei tu. Sicuramente ti sarà noto l’invito di Gandhi “Sii tu stesso il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Ora, prova a riflettere su questo: se tu nel mondo vuoi più sostenibilità ecologica e rispetto per la Terra, cosa significa che devi prima di tutto essere tu tutto questo? Significa sostenibilità personale, ossia quella scelta di sostenibilità che viene prima delle importanti “abitudini verdi” in merito, ad esempio, ad acquisti, uso di mezzi di trasporto o consumo di energia. La sostenibilità personale è il punto di partenza fondamentale se vuoi fare la differenza nel mondo perché ti permette di accedere ed utilizzare la tua naturale energia vitale per servire i tuoi valori, le tue passioni e la tua vocazione.
I quattro pilastri della sostenibilità personale
Per favorire una tua piena sostenibilità personale, però, hai bisogno di lavorare sui quattro pilastri sui quali si fonda:
ECOLOGIA INTERIORE – Conoscere a fondo il tuo naturale modo di essere
Te lo hanno detto in tutte le salse possibili: conoscerti è il primo passo per vivere bene e lasciare un segno positivo nel mondo. Ma conoscerti davvero non significa sapere che preferisci il gelato alla nocciola a quello al pistacchio o che ami alla follia il colore verde bottiglia. Significa, invece, molto più profondamente, sapere qual è il tuo temperamento di base, quali sono le sfaccettature della tua personalità, quali sono le tue naturali inclinazioni, quali sono le tue doti e i tuoi limiti, quali sono i valori per te inviolabili, quali sono le tue vere passioni, qual è la vocazione da cui ti senti chiamata, quali sono i tuoi più grandi timori, cosa vuoi davvero per ogni aspetto della tua vita, come gestisci pensieri ed emozioni.
Sì, lo so, è tanta roba. Ma definire questo “inventario” è meno complicato di quanto pensi e farlo è di vitale importanza se vuoi che le tue scelte siano davvero allineate con te e con lo stile di vita che desideri condurre.
Nell’esplorazione del tuo ecosistema interiore la Natura può rivelarsi un’alleata formidabile. I suoi insegnamenti e le sue simbologie infatti, sempre a tua disposizione, possono trasformarsi in preziose mappe di orientamento e offrirti potenti spunti di riflessione che ti aiutano ad inquadrare te stessa e la tua modalità di funzionamento psicologico con grande precisione.
Treasa Kennedy (conosciuta come Sister Stanislaus Kennedy), suora irlandese dell’ordine religioso delle Sorelle della Carità, nel libro “Gardening the Soul” (Ed. Simon & Schuster) scrive: “Prima di poter veramente sperimentare la nostra connessione con la terra, gli animali e tutta la creazione, dobbiamo essere connessi a noi stessi. Dobbiamo imparare a sentirci a casa in nostra compagnia. Più ci conosciamo, più vediamo la nostra connessione con gli altri”.
Ecco, a mio modo di vedere, è proprio questa la prima cosa che ti sta chiedendo la Terra: fare ritorno a te stessa, ovvero mettere in luce e vivere davvero il tuo naturale modo di essere, quello che ti appartiene da sempre e che è libero da tutti quei condizionamenti (famigliari, sociali, culturali) che lo hanno offuscato. In questo modo anche il tuo agire per la tutela ambientale sarà guidato delle tue vere potenzialità.
Pensa agli altri soggetti naturali: una volpe fa la volpe, una quercia fa la quercia, un fiume fa il fiume. Non cercano, insomma, di essere qualcosa di diverso, di apparire in una veste diversa rispetto a quella loro naturale. Tu, rispetto te stessa, puoi dire di fare sempre lo stesso? Se, come credo, hai risposto no, sai perché lavorare su questo pilastro della tua sostenibilità personale è di primaria importanza.
LENTEZZA CONSAPEVOLE – Riallinearti al ritmo naturale della vita
Sfatiamo subito un falso mito: “vivere lento” non significa muoversi nella quotidianità senza ambizioni, obiettivi o progettualità verso il futuro, lasciandosi semplicemente andare a quello che viene. Rappresenta, al contrario, un approccio alla vita profondamente intenzionale nel quale viene data rilevanza a quello che per sé è essenziale e conta davvero.
Ci siamo allontanati dal ritmo naturale dell’esistenza, lo sappiamo e ne sperimentiamo ogni giorno le negative conseguenze. Ma recuperarlo non significa fare ritorno ad un passato che non c’è più ma, semmai, riarmonizzarsi ai cicli della Natura all’interno della nostra modernità. Ognuno a suo modo, chiaramente, perché non esiste una modalità univoca, anche se spesso c’è chi sostiene il contrario.
Su canali come YouTube oppure Instagram, ad esempio, vediamo continuamente donne diventate “green influencer” che propongono video e foto di una vita naturale spesso patinata (e abbellita con filtri vari) piena di piatti perfetti di cibo sano, prodotti per la cura della pelle indiscutibilmente atossici, routine mattutine di yoga e meditazione all’aperto, guardaroba di soli indumenti di slow fashion, case arredate in modo minimalista dal sapore nordico (attenzione! la mia non vuole essere una critica alle green influencer, ce ne sono di bravissime, ma ispirarsi a qualcuno non dovrebbe significare cercare di imitarlo in tutto e per tutto e, inoltre, vedere una facciata non significa sapere cosa c’è realmente dietro le quinte).
È molto facile rimanere coinvolta in ciò che fanno le altre e desiderare che la tua vita assomigli alla loro e, di conseguenza, iniziare a rincorrere una lunga lista di “dovrei” per far sì che la tua quotidianità ricalchi quella di donne che hai preso a modello. Il problema, però, è che appena gli ostacoli cominciano a farsi vedere all’orizzonte (mancano soldi, conoscenze, tempo…) cominci a sentirti sopraffatta e quello stile di vita naturale ideale che hai immaginato crolla miseramente.
Ma il punto è che tu sei tu e, al di là dell’utilità di seguire i suggerimenti delle persone che ammiri, ciò da cui devi partire sono i tuoi bisogni, quelli veri, le tue caratteristiche personali e, ovviamente, le risorse che hai a disposizione nel momento presente. Non tentare allora di fare un copia incolla della vita altrui pensando, erroneamente, che andrà sicuramente bene anche per te.
In realtà il vero segreto per dare forma e condurre la vita naturale che desideri è avere un focus ed essere coerente. Devi quindi scegliere un’area da cui cominciare e su cui focalizzarti per un po’ di tempo facendo costantemente piccole scelte quotidiane in quella direzione. Con il tempo queste scelte si sommeranno portando a grandi cambiamenti nel tuo stile di vita e potrai allora passare ad un altro focus.
Anche se viviamo in una società che non ci aiuta a farlo e che pensa che gli esseri umani funzionano come le macchine, rallentare, oltre a darti la possibilità di ascoltarti ed entrare in profonda connessione con te stessa, ti permette di amplificare quello per te è davvero significativo e di attraversare la tua vita con consapevolezza, invece di farlo avvolta in una costante condizione di stordimento. In un contesto come questo, dice la copywriter inglese Sophie Caldecott, “abbracciare la vita lenta e stagionale è un atto tranquillamente ribelle, un atto che ha il potenziale per guarire tante ferite profonde e per farci occupare meglio di noi stessi, degli altri e del pianeta”.
CONNESSIONE VERDE – Rinvigorire il tuo legame con il mondo naturale
Il contatto con l’ambiente naturale, sia esso diretto o mediato dalle sue simbologie, può offrire un potente strumento alle tue esplorazioni interiori ma, per beneficiarne, è importante diventare consapevole della connessione che ti lega e capire la differenza tra conoscere la Natura con la testa e farlo, invece, con il corpo e con il cuore.
Riconnetterti empaticamente alla Natura ti permette di cogliere il senso profondo di tutto quello che mette a tua disposizione e, come effetto collaterale positivo, di trasformarlo in un elisir di benessere per ogni aspetto della tua vita.
Se le darai la possibilità di farlo, la Natura potrà diventare per te una straordinaria fonte di nutrimento, benessere e consapevolezza. Che in ognuno di noi sia presente la tendenza innata a focalizzare il proprio interesse sulla vita e su tutto ciò che la riguarda e la ricorda, nonché a legarvisi emotivamente, è ormai dimostrato. Ecco perché, ad esempio, circondarci di piante, prenderci cura degli animali, ammirare paesaggi o visitare luoghi naturalistici. Corpo e psiche si sono evoluti all’interno del mondo naturale e in esso, pertanto, si sono profondamente radicati. La Natura, quindi, ci chiama di continuo e ci invita a ristabilire quel contatto tanto importante per la nostra salute.
Ma non solo. Rinsaldare il legame con il mondo naturale, infatti, significa trovare il tuo posto nella Rete della Vita, quella che secondo il fisico austriaco Fritjof Capra è la somma delle relazioni che legano gli universi della psiche, della biologia e della cultura.
Non dimenticare mai che la Natura è viva, è soggetto d’interazione, e non un oggetto inanimato messo lì solo per soddisfare le tue esigenze e favorire il tuo benessere. Lei ti offre molto ma tu, in cambio, devi aprirti nei suoi confronti, proprio come avviene in una relazione tra persone. Se io e te fossimo amiche e tu ti ricordassi di me solo quando ti serve qualcosa, io mi sentirei usata, percepirei la nostra relazione come a senso unico: io do e tu prendi. Ma una relazione vera, invece, è scambio, è confronto, è dialogo, è sostegno, è disponibilità. Che poi questa relazione sia con un altro essere umano o con la creatura di una specie diversa cambia poco, l’essenza rimane la stessa, anche se possono ovviamente cambiare le modalità comunicative.
CUSTODIA AMBIENTALE – Risvegliare il tuo ruolo di Custode della Terra
Man mano che vieni “guarita” dal ritmo naturale della vita e dalla riconnessione con la Natura diventi più capace di riconoscere di quale guarigione ha bisogno il pianeta e qual è il tuo personale ruolo nel favorirla. Questo è uno dei concetti cardine dell’Ecopsicologia: guarire se stessi per guarire il mondo. Perché? Prova a farti questa domanda: Posso davvero relazionarmi in modo sano con il macro-ecosistema di cui faccio parte, la Terra, se non so nemmeno rapportarmi in modo sano con il micro-ecosistema che mi porto dentro, e quindi con me stessa?
La Terra non ha bisogno di persone che agiscono a suo nome da una condizione di malessere né, tantomeno, di persone che sacrificano la propria esistenza per la sua. Pensa ad una madre. Per suo figlio sarebbe disposta a fare di tutto, a fare dei sacrifici enormi, ma non chiederebbe mai al figlio di fare altrettanto per lei. Per una madre la ricompensa più grande è sapere che il proprio figlio vive sano e felice. Naturalmente, quando cresciamo, come è giusto che sia, ci occupiamo a nostra volta dei nostri genitori. Ma prova ad immaginare di dover assistere tua madre in ospedale. Come puoi farlo se sei a tua volta malata, stremata, esaurita? Per occuparti di lei hai bisogno di essere in forze e allo stesso modo per occuparti della Terra, la madre di tutti noi, hai bisogno di stare bene.
È tempo di riconoscere che la cura di sé non è efficace se viviamo su un pianeta malato. La cura di sé dipende dalla cura della Terra, e la cura della Terra è anche un atto di cura verso noi stessi. Una nuova era sta cominciando in cui applichiamo le intuizioni della scienza e della spiritualità alla nostra ricerca per il benessere personale e il risanamento ambientale.
HELEN CLAIRE HARMON – accademica ed attivista ambientale statunitense
Hai idea di quanti attivisti ambientali portino nelle loro azioni a favore del pianeta le loro frustrazioni personali, le loro rabbie, i loro irrisolti legati al loro privato. Non sto dicendo, chiaramente, che non possiamo muovere una paglia a favore dell’ambiente se nella nostra vita non è tutto perfetto (pura illusione, tra l’altro, perché la perfezione assoluta è una chimera), ma che l’azione a favore della Terra non può trasformarsi in un alibi per riversare nella “lotta verde” i nostri disordini personali.
Pensa ad una famiglia. Si tratta di un piccolo ecosistema che per mantenere la sua stabilità ha bisogno che ogni singolo membro stia bene e interagisca con gli altri membri, e li accudisca, in modo salutare. Ma come membri della grande Famiglia Verde, siamo chiamati ad accudire non solo i nostri simili, ma anche i membri delle altre specie viventi, i paesaggi, gli ecosistemi.
Accudire, però, è un’arte che, più che essere appresa, viene guidata principalmente dall’istinto e richiede, soprattutto, tempo, calma, ascolto, sensibilità, accoglienza e rispetto dei bisogni dell’altro. Quando una mamma accudisce il suo bambino, è questo che le permette di capire, volta per volta, di cosa ha bisogno.
Personalmente credo che la nostra opera di accudimento verso la Terra debba avvenire su tre livelli:
1 – Attuare le universali pratiche di conservazione ambientale come, ad esempio, riciclare i rifiuti, ridurre il consumo di plastica usa e getta, non sprecare l’acqua, ridurre l’uso dei mezzi di trasporto inquinanti, comprare prodotti ecocompatibili. Definisco queste pratiche “universali” perché ogni essere umano le dovrebbe mettere in pratica con costanza e senso di responsabilità.
2 – Diventare dei positivi “mentori ecologici” che, con il loro esempio pratico, fanno riflettere chi è loro vicino sulle questioni ambientali invogliandoli ad attivarsi in prima persona. Ho scritto, però, con l’esempio pratico, e non facendo i maestri in cattedra che bacchettano con arroganza chiunque non si comporti secondo un certo virtuoso modello ecologico. Gradisco poco chi si mette sopra un piedistallo sciorinando insegnamenti a destra e a manca con la convinzione di avere la verità assoluta in tasca.
3 – Riconoscere la propria Missione Verde, ossia il particolare compito a cui la Terra chiama ognuno di noi sulla base delle nostre potenzialità. Per ognuno, quindi, una diversa missione: creare nella propria città un club del libro dedicato alle problematiche ambientali, fondare con degli amici un rifugio per animali abbandonati, creare un blog di divulgazione sulle tematiche ecologiche, candidarsi per un ruolo politico legato all’ambiente nella propria città, coltivare un orto comune, partecipare ad azioni di giardinaggio urbano, tante possibilità quante sono le persone che popolano il pianeta. Il modo in cui la Terra ti chiama ad agire per suo conto, quindi, è profondamente personale ed onora il tuo io più profondo.
Ritrovare la tua sostenibilità personale quindi, al cui centro c’è la qualità della tua vita quotidiana e del tuo livello di benessere, è fondamentale per garantire la sostenibilità dell’intero pianeta e quando inizi a prendertene davvero cura ti offri nel contempo la possibilità di diventare una Custode della Terra propositiva ed appassionata.
Non sarà sempre facile perseguire la tua sostenibilità personale. Sarà qualcosa che dovrai scegliere per te stessa ogni giorno, muovendoti a piccoli passi, senza pretese di cambiamenti drastici, sensi di colpa per quello che ancora non riesci a fare o ad essere, smania di perfezionismo e, soprattutto, consapevole che l’unica responsabile sei tu.
Dato che la sostenibilità personale riguarda, appunto, la tua persona, è chiaro che la sua definizione può subire delle variazioni e doversi adattare alle tue caratteristiche, ai tuoi valori, ai tuoi bisogni, alla tua cultura, a ciò che per te ha davvero senso e significato. Hai bisogno, insomma, di stabilire la definizione “su misura” per te.
Proprio per questo, ti invito a riflettere sul concetto di sostenibilità personale iniziando a porti queste domande:
- Cosa significa, per me, sostenibilità personale?
- Qual è la mia sostenibilità personale ideale?
- Cosa nella mia vita non è più sostenibile?
- Come posso ricominciare ad essere più sostenibile nella mia quotidianità?
- Come posso soddisfare i miei veri bisogni senza compromettere il mio benessere psicofisico?
- Cos’è che mi fa davvero sentire in armonia con me stessa e con il mondo che mi circonda?