Trovare l’equilibrio tra vita privata e lavoro: meta da raggiungere o mito da sfatare?

Anche se viene spesso presentato come un obiettivo a cui dovresti assolutamente ambire, trovare l’equilibrio tra vita privata e lavoro può nascondere delle insidie di cui è bene essere consapevole per non incrementare inutilmente il tuo senso di insoddisfazione.

Trovare l’equilibrio tra vita privata e lavoro

Trovare l’equilibrio tra vita privata e lavoro è uno degli obiettivi più ambiti nella nostra quotidianità fatta di infinite liste di cose da fare, scadenze urgenti, imprevisti e costante connessione digitale. Trovare questo equilibrio tra esigenze personali e professionali dove ogni impegno si incastra con gli altri alla perfezione è diventato quasi una sorta di leggendario stato dell’essere, la chiave per una vita davvero sana. Proprio per questo fioccano ovunque consigli e strategie per raggiungerlo.

In realtà, più che uno stato dell’essere, l’equilibrio è un perno, il punto di mezzo dinamico tra lo spingere in un senso e il tirare nell’altro. Ciò che è davvero importante è il movimento, quel delicato oscillare da un lato all’altro del perno.

Molte persone hanno cominciato a considerare un mito la possibilità di raggiungere un perfetto equilibrio tra vita privata e lavoro, una meta poco credibile che, nello spingere a credere che incastrando bene tutti i pezzi si può avere tutto, può trasformarsi in un pericoloso tranello per la nostra salute psicofisica.

In effetti, se osservi più da vicino questo concetto puoi renderti conto che si basa su alcuni presupposti inesatti:

1 – Vita privata e lavoro sono due entità distinte

L’espressione “equilibrio tra vita privata e lavoro” fa pensare che da un lato ci sia il tuo lavoro e dall’altro lato il resto della tua vita, come se fossero agli estremi opposti di uno spettro, e che per essere felice devi destreggiare bene entrambe. Ma, in realtà, tu non hai un lavoro ed una vita, hai solo una vita composta da molti aspetti tra i quali c’è anche il lavoro. E la tua vita è in costante trasformazione, da un giorno all’altro, da un mese all’altro, da un anno all’altro. Questo significa, allora, che ha più senso capire cosa per te è davvero importante in un certo momento e valutare se stai investendo bene il tuo tempo in quel contesto. E così, magari, ci possono essere momenti in cui vuoi dedicarti al lavoro fino a tardi e rinunciare all’incontro mensile con le vecchie compagne dell’università perché stai preparando la presentazione di un progetto a cui tieni molto, ed altri momenti, invece, in cui potresti voler rallentare sul lavoro perché vuoi passare più tempo con la tua famiglia.

Penso che sia ora di abbandonare il mantra dell’equilibrio vita-lavoro. La bilancia si è capovolta e invece di rincorrere questo obiettivo irraggiungibile, dovremmo accontentarci di cercare un’esistenza più armoniosa. Armonia vita-lavoro è un termine che mi piacerebbe sentir usare in futuro. Possiamo vivere molto più pacificamente in questo modo. Vivere armoniosamente non richiede la perfezione, né ci richiede di sottostare ad esatte misure di successo. L’intera idea di armonia ti consente di seguire un flusso e riflusso più naturale. Puoi lavorare seguendo un programma mentre nel contempo, lungo il percorso, fai degli aggiustamenti. Ci saranno giorni in cui tutto segue un piano perfetto, ma dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che ci sono giorni in cui il piano originale potrebbe non funzionare. A volte, nonostante i nostri migliori sforzi, le cose vanno fuori dai binari. Sentiti libero di creare un nuovo piano senza considerarlo un fallimento. Considerati invece l’architetto della tua giornata che ha la libertà di cambiare il progetto per far sì che le cose funzionino meglio. Per raggiungere l’armonia, allora, fai spazio al tuo programma di impegni ma concediti carta bianca per fare un cambiamento quando le cose non vanno secondo i piani. Va bene riorganizzarsi e provare un approccio diverso. (dall’articolo “The myth of work-life balance”, www.monster.ca)

2 – L’equilibrio è statico

Quando parliamo di raggiungere l’equilibrio tra lavoro e vita privata stiamo implicitamente sostenendo che questo equilibrio sia qualcosa di statico in attesa di essere raggiunto. Ma prova a pensare ad una persona che fa una verticale. Anche se da lontano può sembrarti che sia in equilibrio perfetto, avvicinandoti noterai con chiarezza che compie in realtà dei micro movimenti, delle micro oscillazioni per restare in quella posizione. È in equilibrio, quindi, ma non in modo statico. L’equilibrio, infatti, è un processo che comporta una catena infinita di correzzioni, prove, decisioni, priorità, risposte a sfide ed opportunità. In ogni momento, pertanto, puoi perderlo e questo è del tutto normale. Proprio per questo, forse è meglio smettere di pensare che ci sarà un momento in cui tutto, nella tua vita, si uniformerà in modo perfetto.

3 – Tutto può essere tenuto sotto controllo

Nel sentire parlare di perfetto equilibrio tra vita privata e lavoro puoi cadere nel tranello di pensare che tutto, nella tua vita, può essere tenuto sotto controllo. Ma l’esistenza di ognuno di noi è troppo caotica e ricca di incognite per permettere di giungere ad un impeccabile bilanciamento in cui ogni singola variabile può essere regolata a comando. Puoi fissare le tue priorità, naturalmente, ma spesso devi anche confrontarti con circostanze che si modificano rapidamente e così, ad esempio, ti trovi a poter lavorare di meno perché devi occuparti di un famigliare malato oppure devi fare le ore piccole perché incombe la scadenza di un progetto importante.

4 – Tutto può essere distribuito in parti uguali

Enfatizzare l’equilibrio quotidiano come se fosse necessario, o possibile, che ogni giorno sia diviso in parti uguali, che possiamo sempre avere tutto a dosi perfette, indipendentemente dai bisogni del momento e da ciò che accade attorno a noi e nella vita di coloro che amiamo, crea un’inutile pressione. Come ha dichiarato Arianna Huffington, la giornalista e scrittrice greca che ha fondato The Huffington Post, uno dei blog più letti ed influenti degli Stati Uniti, tutti noi abbiamo una quantità limitata di energia. Come tale, devi distribuire il tempo in modo saggio, a seconda delle priorità e delle circostanze. Inevitabilmente, alcune cose vengono trascurate quando questioni per te più importanti o più significative in quel dato momento richiedono la tua attenzione.

La ricerca dell’equilibrio della vita è diventata un’altra cosa per cui la maggior parte di noi si sente nauseata, un’altra cosa che ci sentiamo in dovere di padroneggiare, il che significa che è un’altra cosa da aggiungere alla nostra lista di cose da fare. L’equilibrio della vita è inafferrabile. Come fai ad assicurarti che le palle giuste siano in aria nelle giuste proporzioni? Per ogni nuovo impegno che intraprendi, assegni la stessa quantità di tempo per farti un bagno, cucinare un pasto di qualità o fare un bel progetto artigianale con tuo figlio? Se una passione, un progetto di lavoro o un partner malato richiedono improvvisamente più tempo, devi metterle in pausa perché, ad esempio, sei rimasto indietro con la porzione di tempo dedicato allo yoga? [...] Fare le cose per l’equilibrio, invece di farlo perché per te è importante, è francamente un martirio. (dall’articolo “I find what happy women get right”, www.sarahwilson.com)

5 – Esiste tra vita privata e lavoro un equilibrio standardizzato

Spesso i consigli che vengono dati per raggiungere questo equilibrio sembrano potersi tranquillamente adattare alla vita di chiunque, come se le nostre esistenze fossero interscambiabili. Il punto, però, è che ci sono in gioco troppe variabili e preferenze personali per dare una definizione che vada indistintamente bene per tutti. Una lavoratrice senza figli, ad esempio, potrà permettersi un equilibrio molto diverso rispetto ad un altra lavoratrice che è anche madre e che quindi, come è facile intuire, deve destreggiarsi con maggiori responsabilità. Perciò, invece di sforzarti di raggiungere la versione di equilibrio di qualcun altro e di sentirti inadeguata perché non ci riesci, è meglio focalizzarti su quello che ti fa sentire in equilibrio dentro di te. Nella misura in cui stai facendo quello che vuoi fare per soddisfare i tuoi veri bisogni, una mancanza di equilibrio perfetto tra i diversi aspetti della tua vita non rappresenta per forza un fatto negativo.

Una delle cose che odiavo rispetto all’idea dell’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata è che le persone continuavano a dirmi come avrebbe dovuto essere. Crea un’attività fiorente che richiede solo quattro ore di lavoro alla settimana. Vai a una lezione di yoga di novanta minuti ogni giorno. Medita per un’ora al giorno. Bevi succo verde fino a quando non ne puoi più. Socializza ogni fine settimana e assicurati di ritagliarti il tempo per curare relazioni soddisfacenti. Ma stai scherzando? [...] Non importa quanto ci proviamo, non possiamo mettere parti diverse della nostra vita in questi piccoli compartimenti ben confezionati. Per non parlare di quanto questo sia totalmente irrealistico. (dall’articolo “3 reasons why work-life balance is a myth”, www.inc.com)

L’importanza di sapersi “inclinare”

Uno studio americano condotto dalla United States General Social Survey per 40 anni su quasi 50.000 persone ha evidenziato che in questi anni, nonostante il miglioramento generale delle condizioni di vita, le donne sono diventate più infelici (gli uomini, al contrario, più felici). Secondo questo studio, presentato nell’American Economic Journal dagli economisti Betsey Stevenson e Justin Wolfers nel 2009 con il titolo The paradox of declining female happiness, questo risultato non è dovuto solo al fatto che per le donne “avere tutto” – figli, carriera, salute, amore ecc. – implica “fare tutto”, ma soprattutto che si convincono che “dovrebbero essere in grado di fare tutto” perché questo è il messaggio che, in modo più o meno diretto, ricevono dall’esterno. Non riuscendoci, si sentono di conseguenza infelici.

Sempre nel 2009 il ricercatore in scienze sociali inglese Marcus Buckingham, riconosciuto a livello mondiale come esperto sul talento e sul pensiero focalizzato sullo sblocco dei punti di forza, ha osservato la questione dall’angolazione opposta e, quindi, si è chiesto cosa fanno di diverso le donne felici. La ricerca ha fatto emergere, tra le altre cose, che le donne felici hanno capito che l’equilibrio, oltre ad essere noioso, è impossibile da raggiungere e, pertanto, molto stressante. Per questo hanno rinunciato a rincorrerlo scegliendo invece di “inclinarsi” verso attività ed impegni che, di volta in volta, vogliono curare e trovano significativi.

Inclinarsi significa, essenzialmente, essere consapevoli delle mutevoli pressioni della vita e mantenersi, pertanto, flessibili. E così, ad esempio, alcuni giorni:

  • Tuo figlio è malato allora, sapendo che non riuscirai a fare molto di più, ti inclini verso il sostegno alle sue necessità
  • Il tuo partner è sottoposto ad una forte pressione sul lavoro, allora ti inclini verso la riduzione del suo carico di impegni casalinghi
  • Il tuo corpo è molto affaticato, allora ti inclini verso attività che ti aiutino a ricaricarti
  • La casa è molto in disordine, allora ti inclini verso il tempo passato a sistemarla rinunciando agli impegni sociali
  • Sei molto impegnata con il lavoro, allora ti inclini verso un ritmo quotidiano più semplice con pasti veloci e compiti domestici più leggeri

L’inclinazione, semplicemente, ti permette di focalizzarti su quello che per te è importante in un dato momento. Riguarda accettare che non puoi avere sempre un equilibrio perfetto e che tentare di mantenerlo è estremamente faticoso, oltre che insoddisfacente. Implica comprendere che il tuo tempo è limitato e prezioso e, in base alle necessità del momento, puoi decidere dove investire le tue energie.

Avendo ben chiare quali sono le tue priorità, l’inclinazione può aiutarti ad abbracciare il cambiamento, a considerare i tuoi diversi impegni come parte di un tutto, piuttosto che come richieste separate e in conflitto reciproco, e a trovare un equilibrio complessivo migliore invece di lottare per mantenere le cose bilanciate in modo costante.

Normalmente l’inclinazione non è vista come una buona cosa. È qualcosa di strano e di scoraggiante. È anche qualcosa da temere, perché tutto ciò che è inclinato è sicuramente instabile. Pensa alla Torre di Pisa o a un ponte traballante. La ragione per cui pensiamo che l’inclinazione sia negativa è che siamo stati nutriti per troppo tempo dal mito dell’equilibrio. Pensiamo che essere in controllo significhi essere equilibrati in tutte le aree. Non appoggiarsi. Nessun esitazione. Non inclinare. Per me inclinarsi è positivo. Ed è decisamente preferibile all’essere in equilibrio. L’inclinazione, in sostanza, nega l’idea che tutto debba essere perfettamente bilanciato. Che abbiamo bisogno di gestire perfettamente i bisogni di tutti e di ogni cosa nella nostra vita, ogni giorno. E che non farlo sia un fallimento. (dall’articolo “T is for Tilting”, www.slowyourhome.com)

L’inclinazione, che può essere definita come l’arte di orientare costantemente la direzione e focalizzarti in linea con le tue priorità in evoluzione, ti invita a liberare volontariamente le cose dall’equilibrio e, soprattutto, ad accettare che va bene così. Se, infatti, tendi a considerare l’equilibrio come qualcosa che devi raggiungere ogni giorno – mantenendo equamente bilanciato il carico tra il tuo partner, i tuoi figli, la tua famiglia, i tuoi amici, te stessa, la tua spiritualità, la tua salute, la tua casa, il tuo lavoro ecc. – rischi di scontrarti di continuo con il fallimento perché ogni giorno porta sfide diverse, compiti diversi, bisogni diversi.

Pensa, ad esempio, ad un funambolo con un’asta in mano. Se vuole riuscire nella sua impresa non ha nessun margine di errore e quindi, per mantenersi in equilibrio sulla corda, deve mettere in campo una costante ed elevata concentrazione e precisione. Ora immagina che a camminare su quella fune ci sia tu e che l’asta che cerchi di mantenere in equilibrio sia la tua esistenza. Quanta energia devi investire per non cadere?

La verità è che noi, più di quanto vorremmo, l’equilibrio spesso lo perdiamo perché la nostra esistenza è disordinata ed in continuo mutamento. E allora, dato che viviamo di continuo momenti nei quali un aspetto della nostra vita richiede con maggiore forza la nostra attenzione, invece di forzare un equilibrio che semplicemente in quel momento non può esserci, è più salutare accettare di oscillare momentaneamente, o addirittura planare a terra con grazia, rimanendo pienamente presenti in quel certo ambito invece che presenti in più ambiti diversi ma in modo parziale. Nel lungo periodo, questo porterà sicuramente ad un livello di soddisfazione generale maggiore.

Ma d’altro canto, senza nemmeno dover scomodare concetti come l’inclinazione, possiamo comprendere questo fatto osservando semplicemente la ciclicità tipica del mondo naturale. In Inverno, ad esempio, la Natura si inclina verso la conservazione delle energie, mentre in Estate lo fa verso la piena fruttificazione. Non cerca, insomma, di fare tutto come se le fosse possibile concretizzare ogni cosa nello stesso momento.

E allo stesso modo, quindi, se adatti il ciclo stagionale ai tuoi impegni, potrai ad esempio sapere che, dato che il tuo lavoro si trova in un suo momento primaverile per il lancio di un nuovo servizio, inclinarti verso questa priorità implicherà chiedere aiuto ai tuoi famigliari per le faccende di casa e proteggere il tuo tempo libero per ricaricare le batterie.

Non è una scienza esatta, naturalmente, e nessuno dice che sia sempre facile, ma almeno questo approccio, dice la coach inglese Maddy Lawson, offre un modo più olistico ed intuitivo per gestire le priorità perennemente mutevoli senza rincorrere il mito del perfetto equilibrio.

Equilibrio vita-lavoro. È una frase che sentiamo spesso. Ma io non penso che esista davvero. Almeno non nel modo in cui la maggior parte degli esperti ne parla. Io, come la maggior parte delle persone, non sono mai stato in grado di bilanciare giorno per giorno il lavoro e la vita privata. Piuttosto, mi sono reso conto che la danza tra il lavoro e la vita riguarda più il ritmo che l’equilibrio. C’è un ritmo nella vita e c’è una stagione per tutto. Per me, c’è un tempo per lavorare sodo e un tempo per riposare. C’è un tempo per essere sulla strada e un tempo per stare a casa con la mia famiglia. Io e mia moglie guardiamo al nostro intero anno e pianifichiamo il nostro programma in base alle stagioni della nostra vita. Pianifichiamo per quando lavorerò e per quando sarò più impegnato con la famiglia. Puoi fare lo stesso. Potresti avere un ritmo diverso e le tue stagioni potrebbero essere più brevi o più lunghe delle mie ma puoi guardare la tua vita su base settimanale, mensile e annuale e pianificare i tempi per lavorare sodo, ricaricarti, rinnovarti, giocare e interagire con i tuoi cari. Tuttavia, indipendentemente dal tuo ritmo e programma di lavoro, voglio incoraggiarti a impegnarti pienamente nelle tue stagioni. [...] Comprendendo il tuo ritmo, pianificando e impegnandoti nelle stagioni della tua vita, potresti non ottenere un perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata ma creerai un flusso e un ritmo che ti renderanno più felice, più produttivo e con meno sensi di colpa. (dall’articolo “The myth of work-life balance”, www.jongordon.com)

Quello dell’equilibrio tra vita privata e lavoro è un tema molto “caldo” e attraverso questo articolo ho voluto semplicemente offrirti un altro punto di vista. Al di là di questo, se tu hai trovato un metodo di mantenimento dell’equilibrio che per te funziona bene, allora continua ad usarlo. Solo tu puoi riconoscere cosa funziona bene per te ma ricordati che se nel tentare di tenere tutto in equilibrio ti senti sopraffatta e stressata, puoi inclinarti in qualsiasi momento!

NOTA BIBLIOGRAFICA. Oltre gli articoli già inseriti nelle citazioni, ho consultato anche:

  • The seasons of work and life di Maddy Lawson (www.aseasonalyear.com)
  • Work-life balance is an unhealthy myth di Ephrat Livni (https://qz.com/work)
  • These are the questions you should ask instead of “do I have work-life balance?” di Anisa Purbasari Horton (fastcompany.com)
  • There’s no such thing as work-life balance di Emily Hill (www.huffpost.com)
  • Forget work life balance! di Liz Fletcher Brown (http://lizfletcherbrown.com)
Psicogiardinaggio Pratico
innaffia questo seme di consapevolezza

Forse, più che di equilibrio, dovremmo parlare di armonia o di integrazione tra i diversi aspetti della nostra vita. Comunque, ti invito a riflettere sul tema dell’equilibrio tra vita privata e lavoro e ad interrogarti su come ti rapporti a questa meta:

  • Cosa rappresenta per me l’equilibrio tra vita privata e lavoro?
  • È una meta che riesco a raggiungere?
  • Mantenere questo equilibrio come mi fa sentire?
  • Cosa non mi piace, in genere, dei consigli che vengono dati per trovare questo equilibrio?
  • Cosa per me è più faticoso nel mantenere questo equilibrio?
  • Cosa mi ispira della capacità di inclinarsi della Natura?
  • Cosa penso del concetto di inclinazione?
  • Se mi sembra utile, come posso metterlo in pratica nella mia quotidianità?
Qual è il tuo punto di vista?
arricchisci questo articolo con il tuo commento

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